Il packaging
Il packaging eΜ quellβinvolucro che ricopre la maggior parte dei prodotti che acquistiamo, eΜ un oggetto di cui si occupano principalmente professionisti del marketing, del design e della comunicazione. Nel design, il lavoro sul packaging copre un campo vasto che va dalla sperimentazione sui materiali alla progettazione delle forme, dalla definizione dellβaspetto grafico alla ricerca dellβinterfacce comode e funzionali. Nel marketing, lβimballaggio comporta numerosi problemi: lβemersione visiva dei prodotti nel marasma degli scaffali di un supermercato e la differenziazione dei concorrenti; la necessitaΜ di colpire e convincere il consumatore piuΜ distratto, ma anche quella di rassicurare chi eΜ giaΜ convinto. Nel campo della comunicazione, si decide quali strategie bisogna adottare per rivolgersi al consumatore, il tono della confezione ( il come) e il suo messaggio ( il cosa). Dato che lβuniverso di riferimento del packaging eΜ quello della marca, possiamo individuare vari aspetti comuni alle varie discipline.ΒIn primo luogo, una dimensione comunicativa in cui il pack eΜ visto come un oggetto che produce significati in quanto nomina cose, esprime concetti, da informazioni evoca sensazioni ecc. In secondo luogo, una dimensione pragmatica, nella quale il pack eΜ un oggetto da utilizzare, impugnare, aprire, richiudere, smaltire ecc. Queste due dimensioni possono essere ritenute gli elementi invarianti che definiscono i contorni del packaging allβinterno del mondo della marca. CioΜ percheΜ si tratta degli aspetti piuΜ visibili e tangibili del pack agli occhi del consumatore, quelli con cui la marca si fa riconoscere e si rende distinguibile dalle altre. Prese tutte le decisioni di marketing, design, produzione, logistica, igiene di cui il consumatore nella maggior parte dei casi sa poco niente, cioΜ piuΜ conta per le conseguenze sul brand eΜ lβeffetto di senso finale, la forma che il packaging ha assunto, i suoi colori e i suoi materiali, le parole e le immagini utilizzate per raccontare il prodotto, noncheΜ i meccanismi e i gesti con cui si fa aprire e utilizzare. Quindi dimensione comunicativa e dimensione pragmatica sono entrambe responsabili del significato generale che un determinato packaging produce. Anche la dimensione dellβuso rientra infatti a pieno titolo tra quegli aspetti che condizionano il nostro rapporto con la marca, tantβeΜ che unβinterfaccia particolarmente scomoda da usare eΜ un 47 fattore di influenza sul valore percepito del prodotto. In italiano sono in uso principalmente tre nomi: β’ imballaggio β’ packaging β’ confezione PeroΜ da alcuni anni il termine Packaging eΜ entrato nei vocabolari nostrani, e viene cosi definito: β nel marketing, lβinsieme degli elementi che confezionano un prodotto al fine di renderlo piuΜ attraente per il consumatore o di facilitarne il trasporto e lβutilizzazione( Garzanti Linguistica). Si tratta di una definizione che mette insieme i significati delle parole precedenti: eΜ il risultato di una manifattura, di una preparazione ( funzioni di βconfezioneβ), che oltre al compito di trasportare (funzioni di βimballaggioβ), ha anche quello di rendere il prodotto attraente (funzione inedita). La nascita del packaging moderno viene fatta coincidere con lβapertura( anni trenta) e la diffusione ( anni cinquanta-sessanta) dei supermercati, ed eΜ li che il packaging, in forza dellβacerrima concorrenza tra le marche, diventa il re della comunicazione. Al punto che negli USA alcune aziende aprono i primi uffici di packaging design. Di fronte alla sostanziale identitaΜ tra merci dello stesso tipo, tutte ugualmente di buona qualitaΜ, e assicurate le funzioni di protezione e conservazione attraverso tecniche e materiali sempre piuΜ allβavanguardia, il ruolo predominante dellβinvolucro diventa definitivamente quello comunicativo. Con tutte le conseguenze, anche negative, che ne derivano: mentre le innovazioni delle funzioni protettive e tecnologiche vengono ben accolte come vantaggi utili in quanto economici, comodi o salutari, in una continua ricerca di miglioramento tecnologico ( la carta dβalluminio per preservare cibi odorosi come cioccolato o tabacco: le chiusure ermetiche che meglio preservano la qualitaΜ dei prodotti e cosi via), quelle comunicative vengono talvolta viste come inutili restyling, artificiosi imbelletti, agganci visivi per colpire meglio e piuΜ subdolamente il consumatore.
Un buon packaging deve essere in grado di fornire suggerimenti per il corretto uso del prodotto, di illustrarne benefici, caratteristiche organolettiche e produttive. Inoltre dovrebbe flirtare con i sensi del consumatore, emozionarlo, costruire un universo di significazione attorno alle merci. Infine puoΜ diventare uno straordinario veicolo di valori come lβeco-compatibilitaΜ, il rispetto dellβambiente.

