Novembre 14, 2025
Il packaging eΜ€ quell’involucro che ricopre la maggior parte dei prodotti che acquistiamo, eΜ€ un oggetto di cui si occupano principalmente professionisti del marketing, del design e della comunicazione. Nel design, il lavoro sul packaging copre un campo vasto che va dalla sperimentazione sui materiali alla progettazione delle forme, dalla definizione dell’aspetto grafico alla ricerca dell’interfacce comode e funzionali. Nel marketing, l’imballaggio comporta numerosi problemi: l’emersione visiva dei prodotti nel marasma degli scaffali di un supermercato e la differenziazione dei concorrenti; la necessitaΜ€ di colpire e convincere il consumatore piuΜ€ distratto, ma anche quella di rassicurare chi eΜ€ giaΜ€ convinto. Nel campo della comunicazione, si decide quali strategie bisogna adottare per rivolgersi al consumatore, il tono della confezione ( il come) e il suo messaggio ( il cosa). Dato che l’universo di riferimento del packaging eΜ€ quello della marca, possiamo individuare vari aspetti comuni alle varie discipline.Β 
In primo luogo, una dimensione comunicativa in cui il pack eΜ€ visto come un oggetto che produce significati in quanto nomina cose, esprime concetti, da informazioni evoca sensazioni ecc. In secondo luogo, una dimensione pragmatica, nella quale il pack eΜ€ un oggetto da utilizzare, impugnare, aprire, richiudere, smaltire ecc. Queste due dimensioni possono essere ritenute gli elementi invarianti che definiscono i contorni del packaging all’interno del mondo della marca. CioΜ€ perché si tratta degli aspetti piuΜ€ visibili e tangibili del pack agli occhi del consumatore, quelli con cui la marca si fa riconoscere e si rende distinguibile dalle altre. Prese tutte le decisioni di marketing, design, produzione, logistica, igiene di cui il consumatore nella maggior parte dei casi sa poco niente, cioΜ€ piuΜ€ conta per le conseguenze sul brand eΜ€ l’effetto di senso finale, la forma che il packaging ha assunto, i suoi colori e i suoi materiali, le parole e le immagini utilizzate per raccontare il prodotto, nonché i meccanismi e i gesti con cui si fa aprire e utilizzare. Quindi dimensione comunicativa e dimensione pragmatica sono entrambe responsabili del significato generale che un determinato packaging produce. Anche la dimensione dell’uso rientra infatti a pieno titolo tra quegli aspetti che condizionano il nostro rapporto con la marca, tant’eΜ€ che un’interfaccia particolarmente scomoda da usare eΜ€ un 47 fattore di influenza sul valore percepito del prodotto. In italiano sono in uso principalmente tre nomi: β€’ imballaggio β€’ packaging β€’ confezione PeroΜ€ da alcuni anni il termine Packaging eΜ€ entrato nei vocabolari nostrani, e viene cosi definito: β€œ nel marketing, l’insieme degli elementi che confezionano un prodotto al fine di renderlo piuΜ€ attraente per il consumatore o di facilitarne il trasporto e l’utilizzazione( Garzanti Linguistica). Si tratta di una definizione che mette insieme i significati delle parole precedenti: eΜ€ il risultato di una manifattura, di una preparazione ( funzioni di β€œconfezione”), che oltre al compito di trasportare (funzioni di β€œimballaggio”), ha anche quello di rendere il prodotto attraente (funzione inedita). La nascita del packaging moderno viene fatta coincidere con l’apertura( anni trenta) e la diffusione ( anni cinquanta-sessanta) dei supermercati, ed eΜ€ li che il packaging, in forza dell’acerrima concorrenza tra le marche, diventa il re della comunicazione. Al punto che negli USA alcune aziende aprono i primi uffici di packaging design. Di fronte alla sostanziale identitaΜ€ tra merci dello stesso tipo, tutte ugualmente di buona qualitaΜ€, e assicurate le funzioni di protezione e conservazione attraverso tecniche e materiali sempre piuΜ€ all’avanguardia, il ruolo predominante dell’involucro diventa definitivamente quello comunicativo. Con tutte le conseguenze, anche negative, che ne derivano: mentre le innovazioni delle funzioni protettive e tecnologiche vengono ben accolte come vantaggi utili in quanto economici, comodi o salutari, in una continua ricerca di miglioramento tecnologico ( la carta d’alluminio per preservare cibi odorosi come cioccolato o tabacco: le chiusure ermetiche che meglio preservano la qualitaΜ€ dei prodotti e cosi via), quelle comunicative vengono talvolta viste come inutili restyling, artificiosi imbelletti, agganci visivi per colpire meglio e piuΜ€ subdolamente il consumatore.
Un buon packaging deve essere in grado di fornire suggerimenti per il corretto uso del prodotto, di illustrarne benefici, caratteristiche organolettiche e produttive. Inoltre dovrebbe flirtare con i sensi del consumatore, emozionarlo, costruire un universo di significazione attorno alle merci. Infine puoΜ€ diventare uno straordinario veicolo di valori come l’eco-compatibilitaΜ€, il rispetto dell’ambiente.