Ottobre 4, 2024

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E’ sempre brutto per me intervenire in situazioni non “lusinghiere” per il luogo dove lavoro, ma la solita, ridicola, ignorante deriva che sta prendendo una “notizia” che, a causa della risonanza dei media, ha fatto tutti gridare allo scandalo, ma che sta coinvolgendo, quasi dando la colpa di ciò che avviene, gli operatori sanitari, mi impone di fare un minimo di chiarezza. Lungi da me negare, “per partito preso” o peggio, “per interesse”, le innegabili problematiche logistiche e ambientali che, CICLICAMENTE, soprattutto nei periodi concomitanti con festività o ferie, portano al collasso il pronto soccorso e i reparti tutti.

Lungi da me criticare chi ha avuto, purtroppo, qualche brutta esperienza (ognuno pagherà alla propria coscienza, medico, infermiere, sociosanitario o paziente che sia).
Sia chiaro,però, che il personale tutto cerca in ogni modo di dare la MIGLIORE assistenza possibile, spesso facendo salti mortali per ovviare alla cronica mancanza di risorse.
La scoperta “dell’acqua calda” della mancanza di barelle in p.s., è figlia dell’IPERAFFLUSSO di “malati” nel periodo natalizio e delle patologie “stagionali” che quest’anno sono state molto sintomatiche. Non è che non ci siano barelle…ci sono, ma sono usate per ricoverare nei reparti coloro che hanno avuto necessità. La notizia quindi, avrebbe dovuto essere: “Pronto Soccorso di Nola al collasso, quasi 300 accessi al giorno nel periodo natalizio, per i troppi ricoverati, non ci sono più barelle da usare per visitare i pazienti”. E’ chiaro che questo titolo forse fa meno notizia di come è stata presentata, ma siamo abituati al modo di evidenziare le cose in maniera “enfatica”.
Quello che non mi va giù, è che sembra che la colpa sia degli operatori, che ,magari , che ne so, impiegano le barelle per dormire o per qualche altro uso che nell’immaginario collettivo si fa in ospedale.
E’ chiaro che il problema esiste, ed è molto più a monte, ed è chiaro che, a prescindere da tutto, ognuno deve fare la sua parte, dai dirigenti ai lavoratori.
Vorrei tanto che anche i pazienti, o meglio i parenti dei pazienti, usassero il pronto soccorso quando veramente ci sia necessità. E la febbre e la diarrea che hanno funestato tutti NOI in questi giorni, e che sono la stragrande maggioranza degli accessi “natalizi”, NON dovrebbero essere portati in ospedale.
SI deve sempre guardare al meglio, ovviamente, ma giusto per far capire che non è che Nola sia l’ultima in Italia, riporto alcune notizie di questi giorni, le quali, stranamente, NON hanno avuto la stessa risonanza.
Dott.Guido Lombardi chirurgo d’urgenza presso l’ospedale di Nola.

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