Maggio 5, 2024

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[vc_row][vc_column][vc_column_text] Chiamata anche preclampsia.
Si definisce ipertensione gestazionale quando abbiamo dei valori di pressione arteriosa sistolica ≥140 mmHg e/o di pressione diastolica ≥90 mmHg. Compare dopo la 20° settimana di gravidanza e può accompagnarsi a coinvolgimento renale con perdita di proteine nelle urine (proteinuria). Questa ipertensione scompare dopo il parto. I fattori di rischio per lo sviluppo di preclampsia sono poco specifici: l’aver contratto uno stato preclamptico in una precedente gravidanza, la gravidanza gemellare, l’essere affetti da malattie renali, il diabete, l’età superiore a 40 anni. Per individuarla in tempo è opportuno sottoporsi a regolari misurazioni della pressione, in corso delle visite mediche mensili. Va controllato con regolarità anche l’aumento di peso corporeo. Il medico richiederà anche degli esami delle urine, per ricercarvi la presenza di proteine. Effetti sul feto e sulla madre: L’ipertensione, causando un restringimento del calibro delle arterie, arriva meno sangue ad alcuni organi in particolare, e ciò succede anche a livello della placenta, che serve a fornire il nutrimento e l’ossigeno necessari al feto, con conseguente rallentamento della crescita fetale, inoltre, in alcuni casi potrebbe causare anche un distacco di placenta, che si manifesta con un’emorragia dai genitali, e che mette in pericolo la vita fetale. L’ipertensione gestazionale mette in serio pericolo anche la salute materna: • può danneggiare vari organi (reni, fegato, cervello, occhi), • può indebolire il cuore, • può complicarsi in una sindrome chiamata HELLP, in cui si ha aumento delle transaminasi epatiche, diminuzione delle piastrine e rottura dei globuli rossi, • può causare un edema polmonare, • può portare al consumo dei fattori della coagulazione, dando gravi emorragie al momento del parto, • in casi estremi scatena convulsioni che possono essere così gravi da portare alla morte materna.
Trattamento: L’ipertensione gestazionale può essere curata praticando una terapia farmacologica che abbassano la pressione in base alle nuove esigenze e adottando una dieta a basso contenuto di sale, in alcuni momenti può essere indicato il riposo, privilegiando la posizione stesa sul fianco sinistro. Vanno intensificati i controlli prenatali, e le ecografie per verificare la regolarità della crescita del feto, il suo benessere va controllato contando i movimenti fetali. Il parto dovrebbe avvenire entro la 40° settimana di gravidanza per evitare possibili complicanze. L’unico vero modo per risolvere la preclampsia è espletare il parto prima che la situazione sia troppo grave per la madre e per il bambino, talvolta può essere necessario effettuare il taglio cesareo. In genere si aspetta per arrivare ad un’età gestazionale che permetta al neonato di avere buone possibilità di sopravvivenza, facendo delle terapie per la pressione e per prevenire gli attacchi epilettici, tenendo controllata la situazione con l’ospedalizzazione, con esami frequenti sulla madre, con ecografie e monitoraggi cardiotocografici per valutare la salute del feto. La pressione si normalizza dopo alcuni giorni dal parto, ma costituiscono un momento alquanto critico le prime 24 ore dopo il parto. Spero che queste informazioni vi siano state d’aiuto per qualsiasi dubbio scrivimi in privato oppure contatta il tuo medico di fiducia.

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