Ottobre 8, 2024

Loading

In Turchia, a Pamukkale, il benessere del corpo si fonde con l’incanto dello sguardo. La natura offre uno spettacolo unico: terrazze di bianco calcare simile al marmo, ospitano piccole piscine di acque termali dove immergersi ammirando un paesaggio da sogno. C’è chi le paragona a campi di cotone, chi a nuvole: l’effetto è da lasciare a bocca aperta e non a caso il sito è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Un luogo da vedere, almeno una volta nella vita, perché il benessere del corpo passa anche dall’appagamento e la meraviglia dello spirito.

Pamukkale, che in turco significa “castello di cotone”, è un sito naturale della Turchia sud-occidentale, nella provincia di Denizli,prossimo all’omonimo abitato. L’antica città di Hierapolis venne costruita sulla sommità del bianco castello che copre un’area di 2700 metri di lunghezza e 160 d’altezza. Può essere visto da grande distanza, perfino quando ci si trova sul lato opposto della vallata, a circa 20 km dalla città di Denizli. Pamukkale si trova nella regione interna Egea,nella valle del fiume Meandro,che crea un clima temperato per buona parte dell’anno.I movimenti tettonici non solo hanno causato frequenti terremoti, ma hanno anche permesso la nascita di numerose fonti termali. L’acqua che ne sgorga è sovrasatura di ioni di calcio e di anidride carbonica, che forma con l’acqua acido carbonico. Emergendo, l’acqua perde gran parte dell’anidride carbonica, spostando l’equilibrio chimico da bicarbonato a carbonato di calcio che, anche a causa dell’abbassamento della temperatura, precipita dando luogo alle caratteristiche formazioni, costituite da spessi strati bianchi di calcare e travertino lungo il pendio della montagna, rendendo l’area simile ad una fortezza di cotone o di cascate di ghiaccio.

L’equazione chimica che descrive questo fenomeno è la seguente:

Ca^{{2+}}+2(HCO_{3}^{{-}})\leftrightarrow CaCO_{3}+CO_{2}+H_{2}O

Sfortunatamente Pamukkale venne abusata nel tardo ventesimo secolo, alcuni hotel furono costruiti sopra al sito, distruggendo parte delle rovine di Hierapolis. L’acqua calda fu incanalata allo scopo di riempire le piscine artificiali degli alberghi. Gli scarichi di queste ultime per anni riversarono le acque reflue direttamente sul sito contribuendo in maniera determinante all’inscurimento delle vasche calcaree. Fu anche costruita una strada asfaltata in mezzo al sito per permettere ai visitatori di raggiungere la parte alta della formazione in bici, moto o a piedi. Inoltre fu concesso a questi ultimi di lavarsi all’interno delle vasche calcaree utilizzando detergenti di natura industriale aggravando ulteriormente il problema.A seguito dei danni prodotti, L’UNESCO è intervenuta, predisponendo un piano di recupero nel tentativo di invertire il processo di inscurimento. Gli hotel furono demoliti, e la strada coperta da piscine artificiali che sono tuttora accessibili, a differenza del resto, dai turisti a piedi nudi. Una piccola trincea è stata scavata lungo il bordo, al fine di recuperare l’acqua ed evitarne la dispersione. Le parti brune sono sbiancate lasciandole al sole, in assenza di acqua per diverse ore al giorno. Per questo motivo molte piscine sono vuote. Alcune aree sono coperte d’acqua per un paio di ore al giorno, secondo la programmazione mostrata in cima alla collina. Inoltre il sito è costantemente sorvegliato da addetti che impediscono ai visitatori di abusare dei luoghi. Grazie a questi interventi il luogo sta lentamente riprendendo il suo naturale colore bianco.L’attività vulcanica sotterranea che ha generato le fonti termali, permette anche all’anidride carbonica di fuoriuscire generando quella che viene chiamata “Plutonium”, formata interamente da plutone, e che significa “luogo del dio della morte”.

Collegamenti

Via aereo: Istanbul-Cardak a 65 chilometri da Pamukkale.
Via autobus: Denizli-Istanbul (12 ore), Ankara (7 ore), Selcuk (3 ore), Izmir (4 ore)
Via treno: Denizli-Izmire (tre treni al giorno) e Denizli-Istanbul (un treno notturno)
I periodi migliori per partire sono l’autunno e la primavera.

 

 

 

Please follow and like us:

About The Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *