Aprile 29, 2024

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Quante volte ci siamo domandati di cosa è composta l’acqua di mare? Lo sapevate che comprende anche dei crostacei che sono alla base della nostra catena alimentare?
La seguente foto é una goccia di Mediterraneo che racchiude: cladoceri, copepodi e al centro una Zoea, fatto un ingrandimento circa 100x con microscopio Zeiss Axioskop condensatore per il campo scuro e fotocamera Sony Alpha7R2.

I copepodi sono dei piccoli crostacei, essi non posseggono carapace per protegge il corpo, ma uno scudo cefalico. Vivono in tutti i mari ad ogni profondità e in tutti i tipi di sedimenti, dagli argillosi a quelli sabbiosi. La profondità alla quale si rinvengono le forme marine e’ in relazione, oltre che al tipo di specie, a vari altri fattori ed in particolare alla temperatura dell’acqua, al sesso, alla stagione, l’ora, l’ammontare di luce e a particolari condizioni fisiologiche. Si è scoperto che i copepodi effettuano delle migrazioni verticali in relazione a vari fattori: luce, temperatura, sesso.

Effettuano migrazioni giornaliere, migrano in superficie nelle ultime ore del giorno, alla ricerca degli “ultimi raggi di luce” e di maggiori disponibilità trofiche; al contrario, alle prime luci dell’alba essi si spostano verso il fondo. Questo fenomeno viene spiegato in base a due categorie:

  • Dispendio di energia
  • Fuga dal predatore

La prima è dovuta dal fatto che le masse d’acqua superficiali sono caratterizzate da correnti molto intense di conseguenza i copepodi migrerebbero verso il fondo proprio per non essere trasportati molto lontano, in aree probabilmente sfavorevoli.

La seconda serve a ridurre il rischio di predazione da parte di quegli organismi che cacciano a vista.

Oltre alle migrazioni giornaliere i copepodi possono andare incontro anche a migrazioni stagionali, per lo piu’ legate al loro ciclo riproduttivo; importanza per l’economia umana in quanto possono condizionare gli spostamenti e le migrazioni dei pesci.

Possiamo trovare i copepodi anche in altri ambienti come: acqua dolce, nella terra di casa propria vanno ad alimentarsi del materiale vegetale in decomposizione.

Sono i primi organismi pluricellulari che si avvalgono della immensa quantità di fitoplancton disponibile in mare, per questo hanno una funzione ecologica importante: una gran parte di essi si nutre delle minuscole alghe unicellulari che si moltiplicano nell’acqua libera, ma anche sui fondali marini.

Martina Bosso

foto di Mimmo Roscigno

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